Amsterdam
Nel porto d’Amsterdam i marinai cantano
i sogni che li incantano al largo di Amsterdam
nel porto d’Amsterdam i marinai dormono
come fiamme d’oro lungo gli argini smorti
nel porto d’Amsterdam i marinai muoiono
pieni di birra e drammi al primo albeggiare
e nel porto d’Amsterdam i marinai nascono
nel calore spesso dei languori oceanici
nel porto d’Amsterdam i marinai mangiano
su tovaglie troppo bianche pesci grondanti
e mostrano denti che scroccan la fortuna
che mordono la luna che sbranano cordami
e c’è odor di merluzzo nelle patate fritte
le loro grosse mani chiedono di abbondare
poi lo alzano ridendo in un rumore di tempesta
tiran su la cerniera ed escono a ruttare.
Nel porto d’Amsterdam i marinai ballano
strusciandosi la pancia su quella delle donne
e girano e danzano come soli sputati
nel suono strappato a una fisarmonica rancida
si torcono il collo per meglio sentirsi ridere
fino a che, di colpo, la fisarmonica muore
allora, il gesto grave, allora, lo sguardo fiero
riportano le loro carcasse in piena luce
nel porto d’Amsterdam i marinai bevono
e bevono e ribevono e ribevono ancora
bevono alla salute delle puttane di Amsterdam
o d’Amburgo o d’altrove, insomma, alle signore
che gli danno il bel corpo e la loro virtù
per un pezzo d’oro, e quand’han ben bevuto
si piantano naso al cielo, se lo soffiano con le stelle
e pisciano come io piango sulle donne infedeli.
Nel porto d’Amsterdam.
Nel porto d’Amsterdam.
Jacques Brel, 1964 Barclay. Traduzione di S. Molesini.
E’ stata musicata da Pippo Pollina, un cantautore siciliano emograto all’estero e poco conosciuto in Italia. Bravissimo!
Sebastiano Aglieco
bella che sei tu. Pure tradurre sai.
Una risorsa tira l’altra, come le ciliegie
ma con tutto il nocciolo
;)
Rrr
Grazie Sebastiano per l’attenzione e l’informazione. E un bacio a Rita, sulla bocca, così, in un impeto di parole dirompenti che premono il limite della rubrica commenti.