Cammina lungo il muro. Appoggia la mano al parapetto. Guarda la dorsale. Pensa ad un problema. Ha i denti accostati. Sposta con un piede le foglie. Segue la linea. Crede di poter arrivare. Raggiunge un semaforo. Attraversa la strada. Scosta ventiquattro persone. Spinge la sbarra. Prende il portafoglio. Si accoda tra i nastri. Attende il suo turno. Avanza a piccoli passi. Si mette allo sportello. Chiede un’andata. Apre il portafoglio. Estrae degli euro. Porge degli euro. Prende il biglietto.

Sulla banchina del binario sette si accende una sigaretta mentre con lo sguardo cerca una seduta libera. Davanti a lui una famiglia nella quale non sono chiaramente distinguibili i legami di parentela si scambia parole ad alta voce e gesti che potrebbero far pensare ad un commiato. Il treno è in ritardo di dieci minuti circa, lo avvisa ora il tabellone elettronico, e lo Scultore disegna nella sua mente una cosa così:

un blocco di plastilina piuttosto grande, cinquanta per cinquanta per cento, che verrebbe stondato modellando e togliendo e dal quale farebbe emergere tre nuclei ovoidali congiunti tra loro da una sorta di istmo ben più piccolo del loro diametro seguendo un asse verticale leggermente inclinato, a spirale. Il nucleo inferiore più grande, quello superiore di dimensioni intermedie tra questo ed il nucleo centrale. Al centro di ciascuno dei tre nuclei farebbe passare perpendicolarmente un cilindro di legno chiaro di circa un metro per cinque centimetri, ben levigato, seguendo il movimento della spirale suggerita, dopo aver praticato un foro corrispondente all’asse verticale dal quale poi farà passare un cavo di acciaio che perfori dal basso il nucleo inferiore in plastilina, il primo cilindro di legno, il primo istmo, i secondi nucleo, cilindro ed istmo ed il terzo nucleo infine, il terzo cilindro, per arrivare ad uscire dalla sommità. La base del cavo verrebbe arrotolata e fissata alla base del primo nucleo (o saldata ad una scodella di acciaio, adesso non gli è chiaro) e la parte superiore svolta per due metri circa ed attaccata ad un gancio posto sul soffitto di una stanza. O alle travi di un patio. La base verrà a trovarsi a circa dieci centimetri da terra. Attorno alla struttura composta dai tre nuclei trapassati metterebbe una rete metallica a trama fine cercando di riprodurre una sfera.

2 thoughts on “

  1. geometrie che chiudono, le sfere.

    e tutto dentro.

    i cubi, poi, quelli sono più difficili da gestire. quando li urti, rischi di farti molto male.

    molto male.

    WOW.

    che lettura

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