Ci fotte poco della rappresentazione.

Lecita ogni cosa tranne il classico romano.

Gesto primigenio.

La perdita di speranza di Ingoio.

 

I/1

Ogni parte del primo scambio, che termina con l’avvento di Ingoio, è detta velocemente.

Vecchio dell’inizio: ancora via?

Vecchio successivo: si.

Vecchio conseguente: è stato braccato ovunque. Abbiamo inviato staffette.

Vecchio successivo: non si fa vedere da un po’.

Vecchio dell’inizio: mi è corso davanti. Come animale colpito.

Vecchio successivo: questo fa pensare.

Vecchio dell’inizio: dai! Ogni ragazzo si comporta in questo modo.

Vecchio conseguente: certo. Lasciamo che le cose facciano il loro corso.

Vecchio successivo: pensate?

Vecchio conseguente: certo. La disperazione amorosa si spegne presto.

Vecchio dell’inizio: s’assopirà.

Vecchio successivo: si. Chiusa una porta s’apre un portone.

Vecchio conseguente: ci pensate a stare male fino al prossimo inverno?

Vecchio dell’inizio: Dio mi scampi.

Vecchio conseguente: ma và.

Vecchio successivo: c’est une chance. Non si potrebbe vivere.

Vecchio conseguente: sicuro. Persa la donna da diversi mesi ho sofferto come un cane. Ma è passata. Càpita che me ne dolga, si. Perché ora sono proprio come quel cane.

Entrano Chiera e Conchiglia.

 

I/2

Vecchio dell’inizio: dite.

Chiera: non si sa nulla.

Vecchio conseguente: ritornerà.

Chiera: lo stesso, tale e quale, o il suo fantasma?

Vecchio conseguente: cioè?

Chiera: era per dire.

Conchiglia: vediamo di mantenere il sangue freddo.

Vecchio successivo: si.

Conchiglia: sangue freddo. Vi va una brioche?

Chiera: porca zozza. Ingoio sapeva dominare. Ci voleva, passato Bevote.

Vecchio dell’inizio: certo. La sua bontà, il suo savoir-faire.

Vecchio conseguente: ma siete diventati scemi? Niente cambierà. Era invaghito di Barbara. Ma era la figlia di sua madre, si? e se la scopava. Con che coraggio disperarsi della sua morte!

Vecchio successivo: vero. Possiamo politicamente capire il tabù infranto, non però se questo mette a repentaglio il governo.

Chiera: dai che non siamo il governo! Se tua sorella fosse più carina non la penseresti così!

Compare il ragazzo Elmo. Chiera lo accoglie.

 

I/3

Chiera: dimmi.

Elmo: nulla. I baccani l’ hanno scorto che è poco, andava sotto la pioggia.

Chiera si occupa d’altro.

Vecchio conseguente: 72 ore circa ch’è partito.

Elmo: si. All’improvviso, davanti al cadavere di Barbara. Io lì. L ‘ho sempre amato. Ingoio è avanzato e l’ ha toccata. E’ scappato subito, piangendo. Da quel momento lo inseguiamo.

Chiera: troppo amore per la poesia.

Vecchio conseguente: era andato.

Chiera: non doveva! Un re poeta! Certo, è il secondo. Mosche bianche. C’è chi ha saputo nasconderlo.

Vecchio dell’inizio: facile così.

Elmo (a Chiera): dobbiamo agire.

Chiera: certo, attendere.

Vecchio conseguente: stia attento, verrà sostituito. I re abbondano.

Vecchio successivo: e non ci sono cittadini.

Chiera: e se si arrabbia?

Vecchio conseguente: è un ragazzino, verrà ammansito.

Chiera: dici?

Vecchio conseguente: sicuro. E’ mio un certo scritto sui ribaltoni.

Chiera: ben detto. Mi è necessario un imperatore conciliante, che ho da scrivere.

Elmo: chiedo venia.

Se ne va.

Chiera: ha le balle girate.

Vecchio dell’inizio: gioventù! Si tiene tutta assieme!

Se ne vanno, loro pure.

 

I/4

Vuoto momentaneo. Ingoio appare di corsa da sinistra. E’ perduto, sporco, bagnato. Continua a toccarsi la bocca. Si guarda allo specchio e si ferma sogghignando. E quindi parla con la sua immagine, gentilmente.

Ingoio: diabolico, Ingoio. Diavolo perché hai troppo adorato. (modifica il modo, severo) Mi sono sbattuto, intendi. Tutto ‘sto tempo. Non l’avrei mai detto. E l’ ho voluto io. (ora la voce è dolente) Risibile che alla devozione corrisponda devozione. Tutti crepano, qua e là, ecco. Non sopporto questa terra di morenti infelici. (respira rumorosamente e batte sul cuore) Crepata, svanita. (si siede, si osserva) Ma era cambiata. Quanto mi sono disfatto, vedi? Vengo d’oltremorte. Lei sulla mia schiena. Ancora intatta, non questa carogna dallo sguardo fisso. Pesava. Era tiepidamente pesa. Corporea e vera, morbidea di tepore. Ed era mia, io solo suo. (in piedi, subitaneamente preso) Devo agire. Portarla altrove lungo la piana desiata, così ben calpestata che il movimento di lei a me s’assiemava e con la linea dei monti. (si ferma, demente. Si accosta con la schiena allo specchio. Abbassa le palpebre, respira gravemente. Poi è tutto un ticchettìo incapibile)

Ingoio: (progressivamente aumentando il volume) diabolico, Ingoio, bestiale. Devi scappare di corsa. Cosa farai senza niente per te se prima avevi ogni cosa? Che uscita ti resta? (ride senza riso, ride sordo) Un documento che autorizzi solitudine. Un’intesa con la realtà. Spiegare, arrivare a patti con una vita conveniente, un ristoro. Ma non assomiglia a me. (sbatte il palmo sul miroir). Non ti assomiglia, eh?

D’attorno rumori di gente. Ingoio si drizza e guarda qua guarda là. Mormora Barbara, fissa lo specchio e scappa da Ingoio riflesso. Appare velocemente Elmo e dietro lui appaiono Forbice e Conchiglia.

 

I/5

Elmo: tutti via.

Forbice: Conchiglia, sai niente?

Conchiglia: per chi mi prendi, il suo amichetto? Io assisto solo al suo spettacolo.

Forbice: Conchiglia, non celiare!

Conchiglia: dear Forbice, Ingoio è romantico. E’ risaputo. E il romanticismo ha un prezzo. Scusate, mi aspettano a cena .

Va.

Forbice (agitata): la polizia l ‘ha notato. Ma R. nota ovunque la presenza di Ingoio. E Ingoio non rileva che la traccia di Barbara .

S’accascia. Tutto zitto.

Elmo: ma, Forbice, ne era così preso?

Forbice: puoi dirlo forte. De-si-de-ra-va.

Elmo : lo pronunci bieco.

Forbice: fosse stato solo amore vederla andare non avrebbe modificato cose. Uno spirito ferito guarisce. Lo cura la depressione. Ma lui si lacera, al contrario, ora. S’incendia.

Elmo (discinto): voleva pure te.

Forbice: fatti i cazzi tuoi.(si ferma) Buò, mi voleva. Senz’amore.

Elmo (inibito): no comprendo.

Forbice (esausta): chiede solo soddisfazione. De-si-de-ra lei sola.

Elmo: Forbice, dobbiamo aiutarlo.

Forbice: ma è amore il tuo.

Elmo (con foga): è il mio salvatore. E di tutta la mia gente. Attento alla nostra occupazione. Ci stimolava. Diceva "vivere è difficile ma c’è la poesia, Dio, c’è il sentimento. E mai nessuno indurre al dolore. La vera cosa da non fare. Buona coscienza, gaia scienza, sintonia globale".

Forbice (ora in piedi): un bambino.

Si specchia allo specchio.

Forbice: solo questa carne mi ha fatta deità. E a lei m’inchino affinché Lui mi ritorni.

Entra Ingoio. Vede Forbice e Elmo, tentenna, indietreggia. Con lui arrivano i vecchi e lo scrivano e si arrestano, confusi. Tutto tace.

 

I/6

Scrivano (balbettando): di te…chiedevamo, Sire.

Ingoio (duro): l’ ho capito.

Scrivano: vede…

Ingoio (prepotente): allora?

Scrivano: pensavamo ti fosse successo qualcosa.

Ingoio (furente): e chi ve ne ha dato il permesso?

Scrivano: è stato… (poi, come illuminato) mi occupo dell’organizzazione, sai già del Fondo, l’attivo…

Ingoio (risata): il Fondo! E’ fondamentale, certo!! Il Fondo!

Scrivano (pacificato): sicuro, Sire, sicuro.

Ingoio (sempre divertito, a Forbice): n’est-ce pas ma chère?

Forbice (morbida): non così tanto, Ingoio.

Ingoio: stupida. Il Fondo è di grande importanza. Finanziamento del welfare, opinione pubblica, politica, milizia, agricoltura. Serissimo, il Fondo. Come il mio mal di pancia. Ma so che fare ora. Sient’amme.

Scrivano: comandi.

I vecchi avanzano.

Ingoio: tu sei attendibile?

Scrivano (offeso): ma Ingoio!

Ingoio: bene. Senti. Appena i vecchiacci ci mollano ho qualcosa di rivoluzionario da attuarsi in due fasi. Ti dirò tutto. 

I vecchi si allontanano.

I/7

Ingoio si avvinghia a Forbice.

 Ingoio: ecco. First: ogni vecchio e ogni sottoposto con qualche risparmio lo devolverà allo stato (con procedura testamentaria, beninteso).

 Scrivano: sior Ingoio…

 Ingoio: tasi. Second: se ne avremo bisogno , sacrificheremo qualcuno di questi, ogni tanto. Random.Voilà, che ci arriva l’ereditààà!Forbice (opponendosi): cosa vorresti fare?

 

 Ingoio (neutro): random, che importa. Tutti valgono lo stesso quindi tutti non valgono niente. Poi le colpe sono ubiquitarie. (di botto, allo scrivano) E subito! Carte firmate entro stasera dai cittadini di R., trenta giorni per le marche. Via ai messi.

 Scrivano (sbalordito): Sire, non sai cosa dici.

Ingoio: tu non sai cosa dici. (aspramente) Ascolta. Se il Fondo è fondamentale non lo è l’uomo. Logica! Nelle mie mani la possibilità. Via chi dissente, e al bando il dissenso. Se vuoi inizio da te, carino. Mi hai riverito pronunciando "Fondo". E allora! Fondo e vita non vanno appaiati, sono inversamente proporzionali! Aumenti il Fondo ed inflazioni la vie. Sai bene cosa dico, ho ascoltato i tuoi consigli e muovo le tue pedine.(calmamente) Poi se ci pensi tutto ciò è ingegnoso nella sua interna linearità. Vai subito. 

 Lo scrivano scompare.

I/8

Ingoio si volta direzione Elmo, lo convoca e lo afferra col braccio destro (Forbice è tenuta col sinistro).

Ingoio: figli miei. Vedete: ecco la bontà del potere. Segue la fantasia. Ora, e così all’infinito, nessuna cosa mai mi ostacolerà. (emozionato) Mai, Forbice. Intendi?

Forbice: certo.

Elmo (triste) : io lascio, Sire.

Ingoio: vai pure, compagno.

Piangente, Elmo esce e si avvicenda Chiera.

 

I/9

Ingoio: arriva il poeta. Ho un bizzarro bisogno di esprimermi al poeta.

Chiera: stiamo pregando per te, Ingoio.

Ingoio: mille grazie. E che sai dirmi sull’onnipotenza?

Chiera: intendi dire la libertà?

Ingoio: certo, si.

Chiera: è ciò che le concedi.

Ingoio: filosofo. E per te, Forbice?

Forbice: hai bisogno di quiete.

Ingoio: la solita sciocca! Nient’altro, Chiera?

Chiera: nient’altro, Ingoio.

Ingoio (alzandosi in piedi, parte tranquillo e, aumentando il volume della voce progressivamente termina urlando) : allora! Devi sapere, vista la povertà delle tue dimostrazioni, che il solo uomo libero è quello che va a morire visto che nulla gli importa se non l’ultima botta, quella che lo uccide. Per questo siete schiavi. Ed il solo uomo libero è Ingoio, qui a R. Voi, gente che si vanta di ridicoli poteri, avete ora il vostro re capace di donarvene di veri. (s’arresta convulsamente. La voce distorta) Considerate che penda su di voi una spada, "come per i più cari e liberi dei miei figli". (piano e neutro) Ora vattene. Ma tu, cara, rimani.

 

I/10

Di spalle.

Forbice: ora piangi, signore?

Ingoio : piango, Forbice.

Forbice: così cara …

Ingoio: boh.

Forbice lo abbraccia. Ingoio si divincola.

Ingoio: non farlo. Non sopporto che mi tocchi. (dolcemente) Resta quella che non ha mai messo le mani sul mio capo. Ci intendiamo così, vero?

Forbice: si.

Ingoio: stai qui zitta. Magari mi passa. Anche se dentro me nasce un’angoscia innominabile che ha la faccia oscena di innaturale libertà. Loro mi avranno, non ho speranza. Non sapevo fosse così terribile. Altro che pensiero, il dolore è del corpo. (voce morbosa) E’ il cuore, la pancia, è lì il dolore. Stai lontana. Ho impulsi di rigetto. Tutto mi duole. Ho mal di pelle. La testa vuota. E un gusto schifoso, è orribile, un gusto di marcio in bocca. Plasma, fine, delirio, insieme. Un giro di lingua e tutto è buio e odio gli uomini, mi repellono.Ingoio (stravolto) : io sono stato il primo. (recitando): vieni più vicina, Babi. (intimamente): così. Brava, così. Non temere. Non so che mi succede, va e viene. Ho infinita nostalgia di te con le altre femmine e si accostano e le strozzerei senza guardarle perché osano assomigliarti. Osano imitare il tuo tenero, e a loro non appartiene. Solo a te, solo a te.

Forbice: vedrai che passa, bimbo mio. Vieni. Abbandonati un giorno o due. Non pensare. Come potrebbe perdurare? E’ disumano. Al risveglio il mondo naturale sarà ancora lì per te. Tu puoi, e tutto possiedi, ogni bocca. Forbice sarà vicino a te, muta, affascinante. E sarà una nuova nascita, vedrai che sarai ancora l’uomo che R. amava.

Ingoio: disprezzo quell’uomo. ( seduto allo specchio tenendosi il capo) Non passerà. Credevo a tutto prima di conoscere il buco del culo della morte. Ai miti, ai loro progetti ingenui. Ora basta. Ho solo questa fatua forza, che quanto più s’ingrandisce tanto fa ridere. Niente assomiglia a Barbara che mi guarda la sera. (pensa) Nei suoi denti c’era l’universo felice.

Forbice: non devi rimuginare…

Ingoio (improvviso): si che devo. (agitato) Ho saputo da lei che esiste il mondo. Sono suo prigioniero. (buio) Persa lei, perso tutto.

Forbice: Ingoio!

Ingoio (ispirato): non sono un idealista, io. Non sono un poeta. Non posso accontentarmi di ricordi. Non saprei che farmene. E’ un vizio che ignoro. Non mi sono mai masturbato. Ho conosciuto l’amore a dodici anni. Non ho avuto il tempo di abbandonarmi a delle fantasie. Ho bisogno di un corpo, di una donna con delle braccia, con degli odori d’amore. Il resto è per i funzionari, i commedianti e gli impotenti. Eppure da quella sera – ecco la cosa più penosa – da quella sera il ricordo della sua putrefazione è tutto quello che mi resta. Conviene essere dunque funzionari?

Alzandosi si dirige allo specchio. Forbice va verso lui ma non viene vista.

Ingoio: morbida voce fluida. Ora divenuta fantasma. Vedi, Forbice, è come parlare con un riflesso oscurato, desidero quella voce (morbida voce fluida), il mio fantasma vero.

Forbice (urla): te ne prego! Smettila!

Ingoio: cominciava sempre lei.

Forbice (addosso a lui): taci. Fermati.

Ingoio la allontana piano e sorride matto allo specchio.

Ingoio: subito erano parole effimere. Solo un gesto. La nota d’avvio di una rapsodia carnale, un salmo interiore e fluido voluttuoso di vita, l’acqua più nobile. De-si -de-ra-vo.

Abbraccia lo specchio. Forbice si copre, sconsolata. Il gesto seguente, grottesco, ha un tono solenne.

 

I/11

 

Si blocca. Si gira. Ora fa Barbara, più lenta, modulata, triste.

Ingoio: Ssst, Ingoio. (dolcemente) Mi chiede spesso di tacere. Lascia stare il mio dolore. La vergogna di un amore così, un amore vergognoso, fratello, mi fa invidiare ogni ragazza che custodisce un sogno, lo nasconde dolcemente quando lo potrebbe svelare, ed io no, avvolgendolo di una protezione incantata. Ma il mio nascondimento è di segno contrario. Sommamente infelice. (s’attenua il tono) E però, in questo crepuscolo tremendamente stellato e tenue, perché oppormi alla purezza e alla potenza buona di questo sogno?

Forbice in pianto. Con voce rotta respinge.

Forbice: smetti.

Ingoio: quanto amore, Babi, e che amore angelico. Semplice e luminoso, amor di stella, ma impetuoso come chi affonda in mare. Via dal commercio mondano, via dall’odio che tortura. Stai con me, che ho paura. Ho paura dell’immensa solitudine dei mostri. Resta. Non lasciarmi! Niente mi porterà più via da qui dopo la tua tenera, tenera….

Piange forte. Prende Forbice dalle spalle e le parla impetuosamente.

Ingoio: questa è la vera tortura. Restare qui. Sapessi che cumulo di carne marcia è diventata nel giro di poco. E il porco mi parla del Fondo. E allora occupiamoci di vivere, che mica è amare. Sarà un vero spettacolo, vedrai. Un mondo-teatro, avrò chi assiste, verdetti e condanne.

Batte sul tamburo, lì accanto, in crescendo.

Ingoio (battendo): che entrino i colpevoli. Fatemeli vedere. Tutti, tutti. Nessuno escluso.

(battendo ancora) Che entrino quelli del braccio della morte. Un pubblico che assista. Ne vedranno di cose, chérie!

(ridendo e battendo scompostamente) Vedranno il solo uomo libero.

Attorno è tutto un crogiuolo di rumori. Passi, metallo, borbottii.

Ingoio ridendo colpisce. Soldati vanno e vengono.

Ingoio (battendo): tu Forbice mi ascolterai, mia compagna, giurami che lo farai e ci divertiremo.

Forbice (confusa nel battito): non serve, ti amo, lo sai.

Ingoio (battendo): tutto, farai tutto.

Forbice (confusa nel battito): si, ma ora basta.

Ingoio (battendo): crudelmente.

Forbice (piangente): crudelmente.

Ingoio (battendo): spietatamente.

Forbice (protendendosi) : spietatamente.

Ingoio (battendo): divertendoti.

Forbice (abbandonando): si, Ingoio. Impazzirò.

Entrano vecchi stupefatti e gente e tutti gli attori. Ultima botta, poi Ingoio si leva con la bacchetta alzata.

Ingoio (eccitato) : vicini a me vi voglio. (batte i piedi) Lo comanda il RE! Sapete cos’è un RE? Decide della storia, rende degno l’attorno. (tutti avanzano impauriti) Svelti. E tu Forbice, qui!

Con lei per mano va allo specchio e prova a togliere un’immagine irreale dalla superficie.

Risata.

Ingoio: facciamola finita una buona volta con la Babi. Lo vedi che è sparita? E guarda bene che rimane. Si, lì, guardaa. E tutti guardate bene, bene, bene.

Ingoio allo specchio è in posizione delirante, un’immagine matta, un ghigno definitivo. Forbice la guarda allibita.

Forbice (nel terrore) : Ingoio!

Ingoio modula la voce, indica il suo riflesso guardandolo intensamente e le fa il verso, tronfio:

Ingoio: INGOIO.

 

Riscrittura del primo atto del "Caligola" di A.Camus, tratta dalla seconda versione dell’opera (Gallimard, 1941) pubblicata da Bompiani nel 1983 (trad. di Franco Cuomo).

Le parti evidenziate (in rosso) non sono state modificate.

 

 

6 thoughts on “

  1. un raskolnikov vendicativo, un amore incarnito e depositato oltre l’appartenenza, delirio in fiamme, un mondo di mani prensili, ciò che acqueta toccare e di cui si direbbe questo voglio toccare, condurre all’altare la sete e la stola è stordimento e gradita manipolazione.vecchio successivo veglia capelli e capezzale di una florida devastazione.

  2. o innamorata dei russi! perchè mi parli così scuro?
    sai che ho preso sonno, ieri, ripetendomi ” condurre all’altare la sete e la stola è stordimento e gradita manipolazione”?

  3. perchè le tue parole fecondano impressioni che non so dire e per spiegarmi riproduco nel modo più fedele le immagini successe nella mia testa. quando si dà alla luce un bimbo immagino lo si voglia vedere da vicino e io ti accosto al volto una tua creatura. desti statue che mi dormivano dentro, sagome più o meno distinguibili, camini e casualità agguerrite; più di tutto una qualche entità possente, un bastione nerboruto che non so cos’è ma pulsava come un arto vero, al leggerti. questo blog ti sta venendo una cosa incredibile.

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