le biografie dell’occhio– questa terza è durabella– indossi la collana delle perle sedimentate e tonde dentro di te. così mi appare questo scorrere di testi. un fil di perle. un dono di memoria.
e allora. allora quetsa voce. E adesso, e adesso. Il testo è aperto, silvia, va così esatto dove deve, è come quella scena in cui Al Pacino cieco danza, io sono il cieco, tu la ragazza.
ehi, scent of woman l’ho visto anch’io ierisera. e…sì. questa poesia viene giù come un torrente pazzesco gioca vorticosamente in una pozza pochi lacerti di attimi e giù, a rotta di collo (il collo dei torrenti!) cascata e casca e si fa spuma e guizza la trota sotto e…oi, silvia. tu mi fai perdere la testa.
ho letto per innumerevoli volte ” a furia di sposarti” anzichè di “spostarti”. eh, vedi: queste sono le poesie che parlano dentro, al dentro e che dal dentro di fanno parlare.
riesco a leggere poco ultimamente.
– non riesco assolutamente a scrivere –
eppure qui.
come aria addosso. e fresca viva.
larga come fosse un oltre.
larga che mi sento.
bella Silvia. bella te che apri.
ciao e ‘gu-ri :)
Ciao Iole, è un piacere sentirti.
Auguroni anche a te!
le biografie dell’occhio– questa terza è durabella– indossi la collana delle perle sedimentate e tonde dentro di te. così mi appare questo scorrere di testi. un fil di perle. un dono di memoria.
e allora. allora quetsa voce. E adesso, e adesso. Il testo è aperto, silvia, va così esatto dove deve, è come quella scena in cui Al Pacino cieco danza, io sono il cieco, tu la ragazza.
ehi, scent of woman l’ho visto anch’io ierisera. e…sì. questa poesia viene giù come un torrente pazzesco gioca vorticosamente in una pozza pochi lacerti di attimi e giù, a rotta di collo (il collo dei torrenti!) cascata e casca e si fa spuma e guizza la trota sotto e…oi, silvia. tu mi fai perdere la testa.
ho letto per innumerevoli volte ” a furia di sposarti” anzichè di “spostarti”. eh, vedi: queste sono le poesie che parlano dentro, al dentro e che dal dentro di fanno parlare.
e che dal dentro SI fanno parlare
Sotto doveva esserci yes, Anastasia di Tori Amos.
Il testo è questo (ma sotto doveva esserci il piano:
know what you want
your magpies have come
If you know me so well then
Tell me which hand I use
Make them go
Make it go
Saw her there in the restaurant
Poppy don’t go
I know your mother is a good one
But Poppy don’t go
I’ll take you home
Show me the things that I’ve been missin’
Show me the ways I forgot to be speaking
Show me the ways to get back to the garden
Show me the ways to get around the get around
Show me the ways to button up buttons
That have forgotten they’re buttons
Well we can’t have that forgetting that
Girls girls
What have we done, what have we done to ourselves
Driving on the vine
Over clothes lines
But officer I saw the sign
Thought I’d been through this in 1919
Counting the tears
Of ten thousand men
And gathered them all
But my feet are slipping
There’s something we left on the windowsill
There’s something we left yes
We’ll see how brave you are
We’ll see how fast you’ll be running
We’ll see how brave you are
Yes, Anastasia
And all your dollies have friends
Thought she deserved no less than she’d give
Well happy birthday
Her blood’s on my hands
It’s kind of a shame
Cause I did like that dress
It’s funny the things that you find in the rain
The things that you find
In the mall and
In the date-mines
In the knot still in her hair
On the bus I’m
On my way down
All the girls seem to be there
Come along now little darlin’
Come along now with me
Come along now little darlin’
We’ll see how brave you are
)
allora la quinta avrà il suo canto– (per voce sola)
Claudio Lolli – Ho Visto Anche Degli Zingari Felici – Anna Di Francia
Anna di Francia che arriva,
Anna che ride, Anna che scherza,
Anna che ascolta, che parla
Anna che chiede, vuole sapere
come andremo a finire la sera,
Anna la piazza ti ama, ti ama con me.
Anna racconta: l’ultima Francia
com’era grigia, com’era triste,
Anna racconta: il nuovo lavoro
sempre camicie, solo camicie,
Anna ti sembra di essere pazza
Anna la piazza, la piazza ti ama con me.
Anna che mi porta via
e vuole bere, vuole parlare,
s’infila in un’osteria
forse stasera ha voglia di amore,
Anna più bella, più bella che pazza
Anna la piazza, la piazza ti ama con me.
Anna troviamo tanti amici,
uno comincia la discussione,
sono momenti quasi felici,
Anna mi guarda faccio il buffone
“e dove sarà la cultura operaia?”
Anna che scuote la testa e dice di no.
Anna non vive, è da sola
si è già stancata di prenderci in giro
“e Luigi Nono è un coglione,
l’alternativa nella cultura
non è solo ideologia
l’alternativa è organizzazione”
Anna si arrabbia, basta parlare,
Anna si alza, andiamo via
e mentre la strada mi fa perdonare
c’è anna che brinda alla sua anarchia,
Anna imprendibile più di un momento,
Anna dà un bacio alla piazza e poi se ne va.
Non sarò per te un orologio,
il lampadario che ti toglie il reggiseno,
quando è tardi, è notte e tu sei stanca
e la tua voglia come il tempo manca.
Non sarò per te un esattore
di una lacrima ventuno volte al mese,
non conterò i giorni alle tue lune
per far l’amore senza rimborso spese.
Non sarò per te solo lo specchio
di una faccia che non cambia mai vestito,
non sarò il tuo manico di scopa
travestito da amante o da marito.
Non sarò quel cielo grigio quel mattino,
il dentrificio che fa a pugni con il vino,
non sarò la tua consolazione,
e neanche il padre del tuo prossimo bambino.
Per questa volta almeno sarò la tua libertà,
per questa volta almeno solo la tua libertà,
per questa volta almeno la nostra libertà
e la piazza calda e dolce di questa città.
(Claudio Lolli)
Quant’è bella, Nerina, questa.
stranamente comunicativa. non che sia un bene o un male. solo un dato di fatto( o un’osservazione, meglio). ciao e auguri
Auguri Paolo! Proud della visita e dello spirito del commento.
cristosanto, pure lolli ci si mette. e, ma se c’è lolli …toc…toc…ehmmm…è permesso?