Quel film che l’angelo passa a trovarti in pasticceria,

ti chiede la mano,

la mano data all’angelo scivolerà sul ghiaccio fino

tanto che brucia

e quello dell’acqua fredda con gli altri attorno si

sfilaccia, immagina

il vento prende il segreto il vento muore mentre

 

quando catturano i cavalli urla al deserto di Fante

spossata a brillare

di luce equivoca di luce esplosa di poco importa qual

buio infuriare

e buio nell’appartamento dove ti scopasse un ragno

qualunque, senti

è solo cinema è solo cinema il muro che parla, gli altri

 

( io ti farei alzata molto spazio alle braccia

  dipendere umido tenero inadeguatezza

  un bosco di lumini che attraversi Lucia )

 

( io le rificco gli occhi le butto via il piattino

  ti porto a me allentata la sicura verde

  guardami! Vendimi il mattino. )

5 thoughts on “

  1. Con gli orecchini che io solo vedo e quelle braccia. E il cinema che siamo quando osiamo esser autoriflessivi. E questo sentimento di modernità spezzata, corrosa. La tua quarta è una meraviglia.

  2. splendida, con quel gioco di reiterazioni a incantare, e il resto a stupire.

    Sei deliziosa.

    Buon anno Silvia, che ti porti ogni bene!

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