Nata per essere la sposa del coccodrillo

una mia sorellina minore

s’accordava a misura ai ritmi dell’accordo

aperta tutta la mente/giorno

 

e nata per essere la sua congiunta femmina

lisa restituiva la collera

l’animus infastidiva l’albero a diventare

bianca e d’altare

 

e nata a nuotare con lui, coda di scaglie

s’imperlava di condensa

fatti cinque minuti all’avamposto di ghisa

ma non moriva

 

( quando ti ho vista, smeralda del rosso,

ho provato un sentimento preciso: aveva

l’anima come la folletta il bosco

e se ne sempre andava…)

 

Adesso ho perso ogni argomento e

non sono più credibile.

Mi ha presa il mondo, mi ha presa la fabbrica

e ha sputtanata il Tempo,

quell’arguto nervoso che accoppia tre paure.

 

Non vanno a due, vanno a cinqueemmezzo

ma manco a quattro, filano dentro dove

l’isola apposta le ha pensate e cotte

una specie di difficoltà

due specie di difficoltà

il carro delle poete rotte.

 

(quello che mi trasfonde è la tua meraviglia

il lago nuovo che scivola e s’invola, gli occhi

(quante volte l’ho detto!), esplosi!

E  il morbido del dentro catafrattarsi

fine delle scatole, perdona(

6 thoughts on “

  1. silvia stellosa, sali su densa come vernice rossa su una superficie ruvida, sicché formi grumi strani che non si lasciano distendere. ed io che sono veramente ruvida e roca…ho un mondo di grumetti che mi hai lasciato sulla soma. sali su esatta ed astrale…intensa come l’orizzonte della salvia..esatta come ‘so what?’ dei cure,morbida e lacrimosa come uno scatto di mapplethorpe, sensuale come un fianco stretto, infantile come brutale neve, sei un mondo acido, gustoso, purosangue, fai piroette e … perdi scaglie bellissime di te. yorke. ho conversato con shan. un’ora tra il crocifisso di san damiano e la statua di san francesco, lì nella chiesa di Prato. è stato molto bello. bacio + buon anno.

  2. c’è quella pupa di Bellmer, che mano la accarezza– questo provo. Per voce sola. E la tua voce.

  3. Non so, ho appena conosciuto Bellmer cercandolo su Google. Forse un po’ capisco come senti, Nerina.

    Solo è questa la cosa più autentica che adesso ho potuta, ed è una poesia d’amore a me rivolta, come si voleva. Come potessi amarmi solo per pezzi accostati, sennò, intera,francamente mi sto un filo sulle palle.

  4. “il carro delle poete rotte” è geniale. (scusa la superficialità, ma ho pensieri semplici, con difficoltà vado oltre il ciò che sembra, la tua poesia m’incanta per motivi misteriosi, per frammenti). ciao paolo

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