C’é un amore rotto da
qualche parte in fondo al buco della storia,
un amore per cui sarà impossibile stabilire dove stato è
l’inizio
e un amore solido e fittizio travestito da bellissimi nuovi
fastidio e perdita
e che assomiglia a molte cose sbreccate facendo strada
comparsa del primo tempo in atto in recita. C’è
un dolore
preciso disadorno e grave
fino dove spacca la coscienza zitta
così parrebbe non possibile arrivare alla prima radura
scellerata
sporchissima
mortale per quanto nuovissima
somigliante a una schiena che rimane girata anzi
si gira
proprio nel momento in cui si espone.
Rotto è l’amore forse stato enorme e piccolino
aperto in sorriso e in pianto smisurati, rotti, spaccati
i desideria primi, perché sottili, perché stralunati
perché perché,
e frantumata una specie di pensiero che arrampica
stille al minuto di materia pulsante le braccia aperte e la bocca
spalanca
socchiusa
e palpitante:
come un oro di scilla davanti all’altro lato guardi
la prossima scoperta e le finisci di fronte
ma l’amore è rotto e si rifrange tardi
in mille lucette spalle.
qui frantumi un cristallo con le parole, e a mani nude. Una primitiva in abito novecentesco.
(maiko)