ABITI NERI
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Perché indosso vestiti di lutto?
Sono in lutto per le famiglie che ho avuto
per la pazzia che non ho avuto mai
Ma che ora mi concedo
per la perdita d’amore del mondo
per i rispettivi destini dei miei genitori
per l’amore piu’ completo che ho conosciuto e che
ho distrutto.
Sopra ogni altra cosa sono in lutto per
la mia stessa morte
che e’ precisamente quella morte che ostinatamente vivo
E porto il lutto per la morte dell’
amore nel mondo
E per la non-distinzione tra la morte e l’amore
Sono in lutto per la non-distinzione ma anche
per un eccesso di distinzioni
Sono in lutto per la mia incapacita’ a
spezzare tutte le differenziazioni del mondo
cosi’ da rendere il cosmo una sola attivita’
Sono in lutto per l’apparente distanza
delle stelle e delle galassie e perché non posso trovarle
tutte in un sol luogo che e’ il mio cuore
che e’ il cuore del mondo.
Sono in lutto perché gli anni luce tra
noi e Andromeda sono un mito in cui
la gente crede. Andromeda e’ in noi e noi siamo in lei.
Sono in lutto per la scarsita’ di una vera
violenza che liberi uccidendo
la morte – una violenza che pianti con amore una bomba
nel cuore della morte.
Ma soprattutto sono in lutto per la mia stessa morte
Ma puo’ essere che questa sia un’altra menzogna
Puo’ essere che io sia soltanto in lutto
Puo’ essere che io sia soltanto
Puo’ essere che io possa essere un essere che puo’ essere
Ma puo’ essere che io sia soltanto in lutto.

David Cooper
(da La morte della famiglia, 1972)

7 thoughts on “

  1. non ho mai concepito il lutto

    e forse neanche la morte

    ho un’idea bastarda della vita?

    non so…

    ma sono certo di una cosa

    finché i miei amori non moriranno

    io non crederò alla morte

    [ che la morte sia un bluff delle cellule? ]

  2. un bacio a mes amours

    Mal, qui Cooper parla anche di morte mentale, e conseguente lutto, e conseguente rinascita…è un follacchione dell’antipsichiatria ma giuro che se avessi un bimbo a quattordicianni gli consiglierei di leggere La morte della famiglia. Secondo me non si drogherebbe, tra le altre cose.

  3. Si, Ultimo tango a Parigi, scena del burro, Nerina.

    Ma prima ancora, più bella e meno ideologicalindirizzata, la scena delle unghie tagliate, lui in vasca da bagno.

    A dire “costruirai su di me il tuo tempio, su questo cazzo, su questi coglioni”” io costruirò il mio sulle tue tette nella tua vagina”, ricordo qualcosa così ma non trovo il testo in rete.

    A concludere c’è il bellissimo ” quando riuscirai ad infilare il dito nel buco del culo della morte”.

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