Di solito c’è da ricordare il nome di una coppia. Nemorino. Cathie. Sono i guardiani della porta.

Tutto quello che si svolge successivamente è 1) introdotto da un angelo 2) commentato da un coro 3) sputtanato da una scimmia. Ma non è chiaro come si presenti a noi il gatto dai 72 gilet.

Io sostengo si tratti di uno scherzo della fantasia e mi guardo bene dal dar credito a certi miagolii, soprattutto molto presto di mattina e a bottiglia vuota.

Ma c’è una luce perversa nel sottoscala che conduce e non attraverso mezzo sogno; e c’è il gatto mammone -pensa te- che mi guarda, gioca con la cordina e fa il pane al maglione. Gotico.

Proprio sotto la lampada spenta.

Del bambino non chiedetemi niente, non penso sia stato mangiato. Bimbi belli così così così non li mangiano i gatti o le primavere, stanno seduti sui gradini delle porte delle strade dei paesini delle isole del mondo a tirare sassi ai passanti per lì.

A volte li mancano.

9 thoughts on “

  1. eh. Dev’essere un estratto dal diario intimo di Margherita. Quello che nessuno ha pubblicato mai. Quello scandaloso. Quello infine feroce.

  2. Che insomma, come sappiamo, la chiave sia la scimmia, è quello che Domenico, sotto psicofarmaci, al suo corso di scrittura, definì, una beffa necessaria. Buongiorno Silvia (Mi sa che tu vai nei sogni quando io mi sveglio)

  3. ti svegli presto!
    questa è una e-spirata ieri, dopo un passaggio veloce attraverso l’elisir d’amore; è stato un sollievo scrivere (anche la grafia a matita sul foglio bianco – qui è da un po’ che butto giù sui pixel – sembrava un disegnare )

    segui gruppi di pazienti psichiartici?

  4. nonostante le rade-radenti letture che riesco a concedermi non avendo rete, credo di essermi non provvisorisamente innamorando di nascita e morte.

    Fabio Teti

  5. grazie Fabio; come radente avrai percepito il testo è in un momento di fiacca

    ma potrebbe essere fiacca buona, qui sait…

    silvia

  6. Non saprei giudicare della fiacca, o: quando la qualità è così alta va bene anche solo una pagina ogni due mesi.  Di rasura in rasura, intanto, non sono ancora riuscito a farmi un’idea complessiva del lavoro. E’ certo che appena avrò tempo copio-incollo (col tuo permesso) e stampo tutto per una lettura meno rapsodica, e anche per meglio intendere le pagine che verranno.

    Ti auguro buon lavoro. E buon, soprattutto, il resto.

    Hail,

    Fabio Teti

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