mi son spariti 19 capitoli (quelli di seguito a questo) e cari commenti annessi nel tentativo di creare un indice. e’ una speciale disperazione, care mie.

17/02/2006

Inizialmente le risultava impossibile fare i conti con la nuova successione delle immagini. A Isadora avevano previsto greche impasse e Hannah s’iniziava ai totalitarismi scaraventando il Professore di Friburgo fuori dalla cauta finestra. E’ la nuova successione delle immagini, si presenta monca dei passati amori.

C’è un vento di fuori che s’ inalbera accentuando le false promesse delle riconciliazioni.

C’è un freddo per dentro nell’assomigliarsi ancora, celtici, biondi, russi, e ma è vero che certe parole non le useremo più? Dove sta la vergogna, è quel luogo.

Dove sta la vergogna è difficile andare senza argomenti potenti che nella poesia di sostanza alle volte si trovano ed hanno lo statuto dei porcini, ovuli rari che mica stanno sempre dove li vai a cercare. Lo sta solo immaginando.

Gravida ha appena formattato il disco fisso, si è accorta che non aveva bisogno di nulla di quanto con fatica ha ricopiato altrove (su cdverbatiumR a 700 mega, ne son bastati tre), si ricorda meglio la fatica e il tempo (passeranno anche questi) del tutto detto. Non riesco più a controllare quasi niente, pensa, gli oggetti mi stanno presentano il conto della loro usura e della mancata decriptazione del loro codice d’uso, il fortuito ha una sua instabilità e talvolta smette il regno, continua, s’impegna, il pensiero s’attacca all’equilibrio delle relazioni tipo:

due uomini e una donna (che fanno) una donna l’altra donna e un uomo (che dicono) il fratello maggiore e la sorella (che stanno) un padre una figlia due fratelli adolescenti e una bambina (che possono) una madre il suo secondo marito due nipotini di diversa etnia (che ricordano) una piccola nuora nera suo suocero due donne del paese le loro sorelle sposate (che tagliano) uno zio una zia due cugini maschi conviventi la sorella di un amico sua cognata la bisnonna la badante (a tavola per un natale) un giovane uomo una donna di mezza età cinque bambini di età che varia dai sette ai dodici il nonno del secondo l’ex marito (per via).

Sette ragazzi poveri e uno no in un film di citti , due amiche ricche al vernissage di haring, un uomo dottore in mezzo alla classe cococo, due amiche quarantenni a ballare l’hip hop nel locale giusto di mantova, suo fratello che assume una giovane segretaria iraniana ripudiata, l’imprenditore serio che investe i fondi dell’ossessivo-compulsivo, la signora del bar di iamamura e la spia di cui si innamora, quattro danesi nell’ambasciata di giordania, cinque sudanesi cristiani in una missione del sud, due tailandesi minorenni nel bordello in cui arriva il mio amico gianfranco.

Relazioni di sociologico dettato. Sembra non si riesca ad uscirne. Semplificano. Assegnano. Suscitano sentimenti primitivi. Il codice di comportamento all’origine. La puttana, la madre, la mantenuta, il padre, la lingua d’appartenenza, il dialetto della borgata, l’artista giovane, l’artista vecchio detto anche Il Poeta Dice, il ladro, il pappone, l’arrivato, l’enfant terribile, la strega, la pura siccome un giglio, l’impostore, il tiranno, l’operaio, il matto, il bambino, il frocio, la ragazzina.

E’ dentro Gravida che questi oggetti si formano.

Anche, in lei, una sorta di identificazione e la possibilità di capirne alcuni. Ma soprattutto nascono in quanto oggetti e l’altro-da-sé arriva a mortificarla, e doveva essere una nascita, non lo è, questo non è propriamente una nascita. E’ un’attribuzione di ruolo, un dare luogo a, si separerà  da lei in modo traumatico e diventerà quello che capisce a metà, un attributo grandioso mascherato da spiegazione lo restituirà al mondo.

 

Per domani sarai quel che trascorre

dal capo che rivela e smette

se parli a Paolo

con proprietà e partito preso si dispone

a mistero certo pensiero, incerto

proprio lì dove pare stia

quello che importa.

Nessun tratto che porti è connotato

del tòcco restituito come niente.

Lo correggi ma scorre

tra voi (i  foglietti della storia)

un vuoto, perché ni-ente è stato.


3 thoughts on “

  1. nella voce

    il tartto forte, un graffio dolce la pausa

    la nota che dà forma e senso e tempo ma ugualmente scivola

    liquido espande le onde oltre il porto sicuro

    quello che siamo senza

    saperlo.

    nel suono arrivi improvvisa che ti si vede

    bella.

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