Nata per essere la sposa del coccodrillo

una mia sorellina minore

s’accordava a misura ai ritmi dell’accordo

aperta tutta la mente/giorno

 

e nata per essere la sua congiunta femmina

lisa restituiva la collera

l’animus infastidiva l’albero a diventare

bianca e d’altare

 

e nata a nuotare con lui, coda di scaglie

s’imperlava di condensa

fatti cinque minuti all’avamposto di ghisa

ma non moriva

 

( quando ti ho vista, smeralda del rosso,

ho provato un sentimento preciso: aveva

l’anima come la folletta il bosco

e se ne sempre andava…)

 

Adesso ho perso ogni argomento e

non sono più credibile.

Mi ha presa il mondo, mi ha presa la fabbrica

e ha sputtanata il Tempo,

quell’arguto nervoso che accoppia tre paure.

 

Non vanno a due, vanno a cinqueemmezzo

ma manco a quattro, filano dentro dove

l’isola apposta le ha pensate e cotte

una specie di difficoltà

due specie di difficoltà

il carro delle poete rotte.

 

(quello che mi trasfonde è la tua meraviglia

il lago nuovo che scivola e s’invola, gli occhi

(quante volte l’ho detto!), esplosi!

E  il morbido del dentro catafrattarsi

fine delle scatole, perdona(