Ciao Andrea
bella rumena, occhi polpettine, ciao Andrea
vedi l’intenso del tuo portarti avanti semiportante definitiva
furba
dove hai imparato a servire il Jack Daniels
forse il baretto di Tortona, o quello di Bratislava mentre batteva l’agone
e la miseria nera, nera la capra e nero il grasso
e le patate nere e nera la strada l’ingresso il porfido
la scommessa a vita
nera schwartz black noire negra negra negra
bella romena nera terra di freddo terra balena
un pacchetto di Marlboro avvelenate
e il tuo sorriso sopravvivente. Ciao
che non mi è più capitato di perdere
sciao bellamora, mi strucchi l’occhio destro
e tutto sembra convenga, bell’agra di te sembra
diventare nuova vita e potente doratura
dove tutto ha bruciato almeno ventidue volte
d’età balenga e mondo storpio, fratellarsi sulla
porta, o piccole cose con sete d’acqua agonizzante
sui lungomai e i marciapiedi degli assassini
improvvisamente puliti dal sangue, ciao Andrea
bellamore puttana di ritorno
a due soldi all’ora un fiato si mantiene a giorno
vacca lustrata vacca madre e il padre
il toro, la stalla un incubo diniego, io mai io mai io mah
mi serve il mondo, il mondo muore là. Facci due giri attorno
si ciao Andrea, occhio di luce, bevere la birra dell’amore
in quel vino scarico, quante grane
simili sono tornate dal bivacco, due costolette d’agnello
il burro manca il grasso il cane canta il gatto
l’abbiamo mangiato il gatto ma
tu sai cosa vuole dire avere fame di tutto
e che oggi ti spacco.