Seguendo il metodo dell’indagine umanistica senza appigli filologici esibiti, inducendoli insomma:
il maschile e il femminile assillanti ma, giocoforza, elementi imprescindibili di distinzione descriviamo. Da un disegno su compensato di Gerina emergono forme di interesse. Si tratta di una figura ibrida, due corpi si intersecano uniti alla parte laterale del bacino, un gemellaggio siamese basso. I caratteri sessuali secondari non corrispondono ai primari.
E di questi rileviamo elementi formali connotanti. La figura di sesso femminile ha caratteristiche rapportabili ad una scissione verticale: l’ovale delle grandi labbra viene "tagliato" in due dalla linea che, intrinsecamente morfologica, le definisce: il taglio va dall’alto al basso. Si tratta di una scissione di parte intera che toglie elementi di distribuzione alle rappresentanze dell’insieme, che le divide dove tutte, comunque, rimangono, dequantificate. Se volessimo parlare della distinzione sessuale come di una patologia faremmo un parallelo con i disturbi di personalità, la scissione verticale permette la coscienza di parti rimaste e costituenti una sorta di personalità "intera" e non fa vedere invece le parti sottratte a questa.
La figura di sesso maschile è invece portatrice di una scissione orizzontale: il taglio è all’altezza del glande. (Gerina non prende in considerazione i corpi cavernosi, così come non ha preso in considerazione la clitoride e, perchè no, le ghiandole di Bartolini, anche se ha presenti questi dati scientifici. Sembra che i disegni dei ragazzini sui muri abbiano connotati di realtà superiori alle autopsie). La scissione orizzontale è la scissione schizoide: le parti restano intere ma inesorabilmente distaccate dal sé, quindi il grumo narcisista non prende contatto con la possibile parte evoluta ed il suo linguaggio codificato.
Dalla disamina del femminile in quanto disturbo di personalità e del maschile in quanto disturbo narcisistico ci piacerebbe arrivare ad una possibile analisi del fenomeno guerra (vedi patologia dei rapporti), e com’è che invece ci viene da ridere?