si grida questo “lei” al di fuori di sé, per portarsi però allo scoperto. ed è viscerale uscirsene vivo che dice di sé, chiede, s’unise alle cose – il tavolo, lo zucchero (sembra primo mattino) – cercando l’appiglio che dia l’emozione insieme allo strillo.
letto, ascoltato con disobbedienza: prima uno poi l’altro.
Del tuo terzo occhio, e del tuo terzo orecchio, e dell’altra tua bocca vorrei dirti: li terrei di tanto in tanto sul canterano, per accenderli -magari radiandomi, per qualche momento- ascoltarli illesa e poi chiederti, chiederti, chiederti.
Ascoltato, obbediente, contemporaneamente.
Del tuo terzo occhio, dell’altra tua bocca e dell’altro tuo orecchio vorrei dirti: bel sincrono, apparentemente disorganizzato, bel ritmo incalzante. Bel fruscio, il fondo, quel tutto è lecito.
qui mi son senitta dentro il testo– ed è una vertigine rarissima e bella. una vertigine provvisoria ed esatta–
si grida questo “lei” al di fuori di sé, per portarsi però allo scoperto. ed è viscerale uscirsene vivo che dice di sé, chiede, s’unise alle cose – il tavolo, lo zucchero (sembra primo mattino) – cercando l’appiglio che dia l’emozione insieme allo strillo.
esterefatto dentro.
wunderbar….precisamente. :)
lette, rilette, lette…messe in carica…ogni lettura compie la ricarica…(cit.)
bellissima
non finire nel giro
e neppure inizia
questo spettacolo
indegno delle dita
con le presentazioni
questo vuoto
indegno delle mani
non iniziare il giro
e neppure finiscici
lascia i traffici
con l’eterno ai preti
ai cazzi mosci
a le male scritture
non suicidarti
nella cacca del potere
tutto gne gne
tutto mossettine
tutto gentile
tutto assoindustriale
e così pesantemente banale
(silvia)ricordi la arendt
cosa scrive del male…
Numel
cosa pensi sia un libro, cosa credi
che sia se non una maniera
di prenderti in consegna
di fermarti. l’ultimo modo che hanno
di sedarti.
numel
vorrei piangerla e accarezzarla questa tua, oggi, come si fa fra amanti– bellissima bellissima
bellissima tu, maiko
numel
letto, ascoltato con disobbedienza: prima uno poi l’altro.
Del tuo terzo occhio, e del tuo terzo orecchio, e dell’altra tua bocca vorrei dirti: li terrei di tanto in tanto sul canterano, per accenderli -magari radiandomi, per qualche momento- ascoltarli illesa e poi chiederti, chiederti, chiederti.
Ascoltato, obbediente, contemporaneamente.
Del tuo terzo occhio, dell’altra tua bocca e dell’altro tuo orecchio vorrei dirti: bel sincrono, apparentemente disorganizzato, bel ritmo incalzante. Bel fruscio, il fondo, quel tutto è lecito.
brava