9 thoughts on “

  1. qui mi son senitta dentro il testo– ed è una vertigine rarissima e bella. una vertigine provvisoria ed esatta–

  2. si grida questo “lei” al di fuori di sé, per portarsi però allo scoperto. ed è viscerale uscirsene vivo che dice di sé, chiede, s’unise alle cose – il tavolo, lo zucchero (sembra primo mattino) – cercando l’appiglio che dia l’emozione insieme allo strillo.

    esterefatto dentro.

  3. wunderbar….precisamente. :)

    lette, rilette, lette…messe in carica…ogni lettura compie la ricarica…(cit.)

  4. non finire nel giro

    e neppure inizia

    questo spettacolo

    indegno delle dita

    con le presentazioni

    questo vuoto

    indegno delle mani

    non iniziare il giro

    e neppure finiscici

    lascia i traffici

    con l’eterno ai preti

    ai cazzi mosci

    a le male scritture

    non suicidarti

    nella cacca del potere

    tutto gne gne

    tutto mossettine

    tutto gentile

    tutto assoindustriale

    e così pesantemente banale

    (silvia)ricordi la arendt

    cosa scrive del male…

    Numel

  5. cosa pensi sia un libro, cosa credi

    che sia se non una maniera

    di prenderti in consegna

    di fermarti. l’ultimo modo che hanno

    di sedarti.

    numel

  6. letto, ascoltato con disobbedienza: prima uno poi l’altro.

    Del tuo terzo occhio, e del tuo terzo orecchio, e dell’altra tua bocca vorrei dirti: li terrei di tanto in tanto sul canterano, per accenderli -magari radiandomi, per qualche momento- ascoltarli illesa e poi chiederti, chiederti, chiederti.

    Ascoltato, obbediente, contemporaneamente.

    Del tuo terzo occhio, dell’altra tua bocca e dell’altro tuo orecchio vorrei dirti: bel sincrono, apparentemente disorganizzato, bel ritmo incalzante. Bel fruscio, il fondo, quel tutto è lecito.

    brava

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