7 thoughts on “

  1. questa lettura, che è tutta un fiato, eppure ha le sue pause, ha le sue dune– questa lettura è forse la più bella che conosca. — compagna

    D’ogni mio vago immaginar, poetessa rotta. (mi salta su il desiderio di un gioco ancora, ma questa sarà una piccola sorpresa)– (ed è giocare così bello, nonostante le ferite)

  2. giocare con le ferite e ferirsi, a forza di giocare. sbucciarsi le ginocchia. io ero un bambino con le ginocchia perennemente sbucciate. e anche voi, vero, silvia e maiko?

  3. ma tu lo sai che:

    Io amo la tua voce con tutte quelle delicate erre annesse, con tutto quel roboante masticarci intorno le parole, generosamente.

    Lo sai, tu? :)

    Poi. Sì, amo anche il Leopardi di questo testo.

    Un beso, Silvia, a te, Silvia che -a quanto mi sembra di capire dalla data del post- non hai volato verso la Turritana città.

    Tanto io non c’ero, indi perciò: hai fatto bene ;)

    (scherzo, naturalemente)

    Rr

  4. Grazie. Ascoltare “Li ricordanze” lette e sofferte dalla tua voce è stata un’esperienza coivolgente. Non le avevo mai sentite recitate così. (Grazie anche degli auguri, che ricambio con simpatia.)

  5. sai che è da poche ore che ho le casse funzionanti sul pc. da poche ore dopo anni. e sono corso aa ascoltare maiko. e poi ad ascoltare te. ho creduto di ascoltare te ascoltando invece rita bonomo che leggeva un tuo testo (chiara).

    ora leggo te davvero, ascoltando le ricordanze. vai come cavalcalre, giù da questi versi. piccole e preziose soste (quando dici “…nerina”). grazie davvero con il cuore per questo dono che hai fatto a tutti noi toccati da leopardi e mai più guariti. inguaribili.

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