Vada messo assieme tutto quello che abbiamo trovato nella storia, quanto ci è parso strano, garbato e tetro, quello che è stato ascoltato e detto, incerto, e serio tipo ieri l'altro leggevo un racconto di Venerandi su Koch, lo scrivente bacillo, e l'ho fino in fondo scorso, dire bevuto è meglio, l'asincronismo sdrucciolo "com'era ieri?" " un altro eterno" e nel suo dentro c'era Strindberg, anche, reincarnato, impostore, ogni residuo d'ebbrezza, eppure splende, in tutto questo buio, l'angelo del Bernini, tutti gli spiriti maligni saranno messi in fuga, nuovo silenzio. Visto che i serafini (ardenti) hanno sei ali, ammetterò che io questo di Stoccolma (la signora tirò fuori una bottiglia di vino del Reno e si servì) l'ho sempre confuso con quello del doppio sogno, l'alter ego di Freud per intenderci, anche parlandone con Accorsi 'sta cosa è venuta fuori, vabbè che avevam bevuto.

Leggeva inferno lui, o l'autobiografia di un folle, e mi ha anche suggerito di procurarmi un' horcinus orca, a trovarla in giro, ma tutto questo per dire che l'altro ieri notte più di un'ora è andata via così, anzi era per dire che si possono fare  cose molto serie, come questa che è leggere le cose degli altri e vedere che la gente, molti qualcuno tra la gente, molti speciali sanno resuscitare parti di un esistente che pensavi morto nelle tue depressioni, o sotto l'intersecazione di cosa non hai saputo vedere tu.

Se parto dico, che vada messo tutto assieme, bambanisha ama la sua istruttrice, quella che le insegna ad associare suoni ad immagini e le chiama parole ma poi bambanisha da il cane caldo al cane e tutti si sciolgono nell' oh. Lei ama lei, la accarezza e la tocca, ma lei fa quello che fa per la Scienza, il Cervello ed i suoi emisferi raccontati da questa fucsia-pendant-rossetto, come glielo spiega poi che non le interessa perché è un amore di orango? Io dico che se studiamo il linguaggio negli oranghi dobbiamo rispettarne la tristezza.

Vada tutto assieme, allora, e si parta dal sogno, lo si legga come si leggerebbero le cose importanti che ci dicono le signore quando studiano e parlano alla televisione, e si provi a dire "la mia bimba è bella come un fiore" quando per ogni cosa che facciamo abbiamo parole diverse  per i fiori, parole diverse per le nostre bambine.

 

 

 

 

 

 

[Ma è certamente la più folle utopia quella per cui si vorrebbe tenere tutto assieme. Siamo pezzi e siamo parti, discosti, scissi proviamo a formulare le cose/storie che sappiamo, qualcune ne contengono altre, altre stanno lì come morsi di cane, lische, ossi, sassi di fiume, transistor in pietre basali di aristocratici edifici, l'Archibugi ci buttava dentro il medaglione con la foto del padre, povera Ottilia, povera.]