Monthly Archives: Gennaio 2007
Amsterdam
Nel porto d’Amsterdam i marinai cantano
i sogni che li incantano al largo di Amsterdam
nel porto d’Amsterdam i marinai dormono
come fiamme d’oro lungo gli argini smorti
nel porto d’Amsterdam i marinai muoiono
pieni di birra e drammi al primo albeggiare
e nel porto d’Amsterdam i marinai nascono
nel calore spesso dei languori oceanici
nel porto d’Amsterdam i marinai mangiano
su tovaglie troppo bianche pesci grondanti
e mostrano denti che scroccan la fortuna
che mordono la luna che sbranano cordami
e c’è odor di merluzzo nelle patate fritte
le loro grosse mani chiedono di abbondare
poi lo alzano ridendo in un rumore di tempesta
tiran su la cerniera ed escono a ruttare.
Nel porto d’Amsterdam i marinai ballano
strusciandosi la pancia su quella delle donne
e girano e danzano come soli sputati
nel suono strappato a una fisarmonica rancida
si torcono il collo per meglio sentirsi ridere
fino a che, di colpo, la fisarmonica muore
allora, il gesto grave, allora, lo sguardo fiero
riportano le loro carcasse in piena luce
nel porto d’Amsterdam i marinai bevono
e bevono e ribevono e ribevono ancora
bevono alla salute delle puttane di Amsterdam
o d’Amburgo o d’altrove, insomma, alle signore
che gli danno il bel corpo e la loro virtù
per un pezzo d’oro, e quand’han ben bevuto
si piantano naso al cielo, se lo soffiano con le stelle
e pisciano come io piango sulle donne infedeli.
Nel porto d’Amsterdam.
Nel porto d’Amsterdam.
Jacques Brel, 1964 Barclay. Traduzione di S. Molesini.
Tutto Edgar
Stai nel fotogramma da vicino, tuttintero invero e mi avvicino, a guardare il nero pelvico e il sorriso, idiomatico fantasico e corsivo, un sorriso di te, bebè, trattorino.