Lo spazio, che pare non cambiare mai se da vent’anni stai nella stessa casa, e magari ci sei nata, o hai traslocato da via Gragnuoli 2 a via Gragnuoli 6, angolo Ripagnetta, lo spazio si accetta così com’è. Ed anche il tempo è fermo.
Il tempo non si muove mai. In fila cose ritornano a stabilirsi e dare mostra di sé, ti occupano giorni interi e non cambiano. Credevi. Di avere superato soglie, per esempio.
Il livello di crescita poteva dare sufficienti garanzie sull’esistenza di questo, anche le modificazioni fisiche, visibili, misurabili, come dire di no. Una linea si sbava, la texture s’aggruma, i centimetri aumentano, e non vuol dire niente. Si è semplicemente compresi in un nucleo immanente, cioè dove tutto è subito accaduto, che prevede la nostra esistenza dal suo anno zero al suo anno cento, così come un piccolo film che parli di una vita, o molte intere, ti si ripresenta trent’anni dopo, e ancora, e ancora, sempre lo stesso, nella sua minuta variazione che è un disegno stilizzato di fissità.
Questa ripetizione annulla l’esistenza di una possibilità di durata e successione, e chi nasce nuovo è in riapparizione, quanto che si manifesta, forse materializzazione cosmica di un vecchio futuro, chi nasce nuovo è un sasso.
Non ti ricorderai mai più cos’hai perduto, sarà un fatto quasi fisico, tulatuaperdita, come una verruca sul pollice sinistro, o l’infinito d’adipe che ti circonda una coscia, che se appena si modifica (che non è un cambiamento, ma una con-sistenza) resta la pelle che lo teneva a ciondolare a sacca vuota.
Digitale, discreta, la tua perdita ora è un bubbone, la sua sostanza magnifica la presenza fissa, e così il tuo nome, che non cambierà, che ti diventerà cemento, così la tua faccia, la sua smorfia irrecuperabile e a suo modo divina. Qualunque risultato mai definitivo, sempre ripetuto per mantenerne la tacca (che non c’è, nessun padre l’ha mai segnata sullo stipite)(i tuoi giudici non sono quelli, vedi, semplicemente non esistono, fantasmi doveri sopra l’io mai posseduto nessun coltello)(tu non sei alta niente), qualunque risultato è un sopracciglio. Una cosa che già avevi e una cosa che avevi avuta già.
Che ripetere significa confermarti, solo, mica avanzare, mica fluire o muovere. Vedrai come tutto tira indietro, come l’orologio, nella decorativa sua presenza, sia solo un ritmo di danza. E anche il morire non ti si porrà catastrofe, non c’è nessun tempo, morire è il pelo del tuo sesso.