la bellerba (eepeter)

io voglio. veramente essere morta.

chi è come gli dèi ora
siede davanti
a te da vicino ti ascolta siede
ascolta, non ride, che parli dolce
sorridi dolce con l’amore anch’io
ti vedo nulla
della mia voce esce
da me

e la lingua si spezza un fuoco
acuto corre sotto
la pelle non
io vedo nulla

e le orecchie tuonano
e il sudore si scioglie
e il tremore mi invade
tutta.

io sono ora più verde dell’erba temo
la morte tremo io credo che a questo
morire mi manchi
solo poco: e voglio, veramente,
essere morta.

 

Monologo, da Saffo. Massimo Sannelli

 

C’é un amore rotto da

qualche parte in fondo al buco della storia,

un amore per cui sarà impossibile stabilire dove stato è

l’inizio

e un amore solido e fittizio travestito da bellissimi nuovi

fastidio e perdita

e  che assomiglia a molte cose sbreccate facendo strada

comparsa del primo tempo in atto in recita. C’è

un dolore

preciso disadorno e grave

fino dove spacca la coscienza zitta

così parrebbe non possibile arrivare alla prima radura

scellerata

sporchissima

mortale per quanto nuovissima

somigliante a una schiena che rimane girata anzi

si gira

proprio nel momento in cui si espone.

Rotto è l’amore forse stato enorme e piccolino

aperto in sorriso e in pianto smisurati, rotti, spaccati

i desideria primi, perché sottili, perché stralunati

perché perché,

e frantumata una specie di pensiero che arrampica

stille al minuto di materia pulsante le braccia aperte e la bocca

spalanca

socchiusa

e palpitante:

come un oro di scilla davanti all’altro lato guardi

la prossima scoperta e le finisci di fronte

ma l’amore è rotto e si rifrange tardi

in mille lucette spalle.

 

La senza figli ora compare sul parquet della scena prestabilita.

Hanno passato la cera, mai passare la cera sui legni!, e scivola, la senza figli, batte il culo.

"Con quelle anche aperte farai fatica"

"Perché mi parli così, zio?"

Il fratello della madre ha un ruolo sostanziale in tutti i sistemi matriarcali.

" Perché non vieni tu a raddrizzarmelo, il culo?"

La senza figli fa l’elenco delle persone tristi per il secondo matrimonio di suo padre.

Una sfilata lunghissima di nomi, li spunta, c’è l’uccellin vagante, c’è il toro, ci sono il bue e l’asinello, la banda bassotti, il giovane Werther, quarantaquattro gatti, la bella addormentata, alice, biancaneve abbracciata a telemaco, i sette nani con Ilona, barbablù piangente immerso in una vasca da bagno piena di sangue, il padre di amleto, il suo patrigno, sua mamma, sua morosa, il suo malfido e lady macbeth con le mani finalmente lavate.

" Perché non vi fate i cazzi vostri? "

" Ma, signora senza figli, il matrimonio! "

" Ma, signora senza figli, i figli! "

" Ma, signora senza figli, la lista della spesa! "

" Ma, signora senza figli, le favole! "

" Ma, signora senza figli, la mia mela! "

" Ma, signora senza figli, il mio tessoro! "

" Ma, signora senza figli, il registro del catasto! "

" Ma, signora senza figli, il nostro mondo indicizzato! "

" Ma, signora senza figli, il suo fallimento pereffe! "

A questo punto viene fuori il lupo dal bosco. Apparentemente non condivide le risposte degli astanti e fa il verso di sbranarli. Poi ci ripensa, interdetto e , in secondo luogo, Molto Padrone Di Sé, va dalla formica (anche lei lì) e le dice:

" Venga a farmi da ancella, domani mattina alle otto davanti al municipio. Saprò darle ciò che merita. Costruiremo il regno dei casotti, con buoni artigiani e perizia, i soldi giusti, la volontà buona, lo sguardo fisso al sol dell’avvenire, qualunque deviazione lo accompagni nel suo risorgimento astrale, per mille esplosioni nucleari io mi voglio in pace, con te, operosissima mia, sogno calpestato dall’oblomovka del mio ritiro! "

Perché il lupo ci ripensa?

Trattasi di cattiva coscienza o di moto evolutivo?

Trattasi di acquisizione di libertà o di difesa nel conflitto?

Trattasi di esser-ci o di fare come se?

Trattasi di parusia o di sotterramento?

E’ una palingenesi? Una catarsi? Uno ristabilimento? L’applicazione di una teoria? Una precauzione igienica? La vaccinazione dell’anima?

O l’anima bella è risorta, e dovremmo cominciare a pensare dove cazzo stoccare le scorie, nei fondi fondali del mare grande, o nell’inceneritore a norma più lontano farli incendiare, o sotterrarli in cave predisposte, sapere dove scorreranno i liquami, produrre il compost che ci serve, accettare qua e là che nascano, per i radioattivi e le molecole più atipiche, i fiori mostri?

Fiori del male!

" Me ne venda quattordici di quei bei tulipani aranciati con quello stame enorme che sovrasta i petali, saran mica piante carnivore? "

" No, signora senza figli, signorina, casomai le tiran giù la polvere e qualche leccatina, per farli stare buoni "

" E quelle rose supreme constant, e quelle brandy dal riflesso di ambra, spampanate come margherite o gerbere, che mostrano il sesso insomma, quelle rose lì, me ne dia due dozzine"

" Un matrimonio?"

" Nossignora, un bel funerale anche allegro, seppelliamo la mia bambina "

" Ma non aveva figli, scervellata senza figli? "

" Dicono sia rimasta incastrata nel canale del parto, che l’abbia tenuta lì così tanto che i frutti e lei son diventati mostruosi e che nessuna lista accetti frutti così, indecorosi e spostati. Ci dicono che non c’è anagrafe poiché la realtà risulterebbe poca, e disabile, e corrosa da fatti a noi non noti. Poi qualcuno sostiene che mai si era realmente impegnata, la bimba, che aveva trovato un posto dove saldarsi, ma non proprio extrauterino come si pensava, un posto magari consono solo troppo comodo e, a monade, sopra la mona, e solipsichico, in mente sovrana "

" Poi dicono che non c’era amore, e non c’era altruismo e non c’era volontà di sacrificio e disposizione all’oggetto, quindi si mummificò. L’abbiamo fatta uscire giovedì e ora la sotterriamo, come si deve, a farla bruciare qualcuno si insospettirebbe e a sospenderla in una grotta naturale rimarrebbe effige, e a chiuderla un sarcofago d’oro trascinerebbe miti di morti, e a pestarla in una coppa per poi berla introdurrebbe cose sporche "

" Buon funerale allora! "

" Grazie, mamma "

 

 

 

Nata per essere la sposa del coccodrillo

una mia sorellina minore

s’accordava a misura ai ritmi dell’accordo

aperta tutta la mente/giorno

 

e nata per essere la sua congiunta femmina

lisa restituiva la collera

l’animus infastidiva l’albero a diventare

bianca e d’altare

 

e nata a nuotare con lui, coda di scaglie

s’imperlava di condensa

fatti cinque minuti all’avamposto di ghisa

ma non moriva

 

( quando ti ho vista, smeralda del rosso,

ho provato un sentimento preciso: aveva

l’anima come la folletta il bosco

e se ne sempre andava…)

 

Adesso ho perso ogni argomento e

non sono più credibile.

Mi ha presa il mondo, mi ha presa la fabbrica

e ha sputtanata il Tempo,

quell’arguto nervoso che accoppia tre paure.

 

Non vanno a due, vanno a cinqueemmezzo

ma manco a quattro, filano dentro dove

l’isola apposta le ha pensate e cotte

una specie di difficoltà

due specie di difficoltà

il carro delle poete rotte.

 

(quello che mi trasfonde è la tua meraviglia

il lago nuovo che scivola e s’invola, gli occhi

(quante volte l’ho detto!), esplosi!

E  il morbido del dentro catafrattarsi

fine delle scatole, perdona(