Ciao Andrea

bella rumena, occhi polpettine, ciao Andrea

vedi l’intenso del tuo portarti avanti semiportante definitiva

furba

dove hai imparato a servire il Jack Daniels

forse il baretto di Tortona, o quello di Bratislava mentre batteva l’agone

e la miseria nera, nera la capra e nero il grasso

e le patate nere e nera la strada l’ingresso il porfido

la scommessa a vita

nera schwartz black noire negra negra negra

bella romena nera terra di freddo terra balena

un pacchetto di Marlboro avvelenate

e il tuo sorriso sopravvivente. Ciao

che non mi è più capitato di perdere

sciao bellamora, mi strucchi l’occhio destro

e tutto sembra convenga, bell’agra di te sembra

diventare nuova vita e potente doratura

dove tutto ha bruciato almeno ventidue volte

d’età balenga e mondo storpio, fratellarsi sulla

porta, o piccole cose con sete d’acqua agonizzante

sui lungomai e i marciapiedi degli assassini

improvvisamente puliti dal sangue, ciao Andrea

bellamore puttana di ritorno

a due soldi all’ora un fiato si mantiene a giorno

vacca lustrata vacca madre e il padre

il toro, la stalla un incubo diniego, io mai io mai io mah

mi serve il mondo, il mondo muore là. Facci due giri attorno

si ciao Andrea, occhio di luce, bevere la birra dell’amore

in quel vino scarico, quante grane

simili sono tornate dal bivacco, due costolette d’agnello

il burro manca il grasso il cane canta il gatto

l’abbiamo mangiato il gatto ma

tu sai cosa vuole dire avere fame di tutto

e che oggi ti spacco.

 

 

Mama,

uuu,

io non voglio morire.

Nessuno mi ama.

Facilmente viene e facilmente va.

Lasciami andare (quindi?).

Niente succede realmente

a me.

So che composizioni importanti sono state realizzate attraverso il cut/copy/COLL. oRA VOLEVO SPECIFICARE CHE QUESTA PRATICA NON MI appartiene, anzi la trovo molla. Molla a dire "vedo la polvere che si solleva" , una pratica poco interessante di ( ma chi lo faceva, non ricordo, l’ho letto oggi, possibile che non ricordi quello che leggo, sembro Scalfari ieri sul programma di Fazio, al tempo che fa, che finisce, indementito? pareva, Scalfari, pur bello tosto con quelle idee che evidentemente tengono fin oltre demenza tanto son impostate ma non era ancora demence era ) scrittura poetica, ah!, ecco, era manuel agnelli dei dopoora, faceva il cut, ‘sta roba qui, che scrivi la qualunque e poi ritagli, vai a vedere che l’han fatta i surrealisti prima e dopo il cadavre, poi balestrini, bravo, quelli lì, cut and coll, come cazzo si scrive incolla in inglese’

Comunque.

Totally eclypse of the heart, io ci credo. quello che mi sta a cuore è che la cosa non venga fatta credere ad altrio.

sia chiaro, i refusi restano. Forse l’unica cosa che sensi. Sensando dunque: cosa fa si che i ritagli descrivano meglio le cose (amate? desiderate? costruite? preposte? aspettate? ….logiche, un pianto) che la precisa volontà di descriverle e la santa conoscenza di quel quarto d’arte poetica?

Risponde: il cut e sua mamma han più fantasia di noi che ci facciamo prendere dal previsto.

"Abbassi per favore che vado a letto?"

 

 

 

Non ci si parla, pensava la Sgravata, perché si è troppo lontani o troppo vicini.

Perché ci si è detti troppe cose, ad esempio. Troppe cose mostrate. Cala la punta idealizzata, cala la bell’identificazione nell’ideale. Non ci si parla anche per questo, Salbutamide, mentre tutto converge a far si che si potrebbe, non ci si parla ecco, si moltiplicano i fraintendimenti e le supposizioni nel mondo multiplo dei molti dati, lei ne capisce, che legge Musil l’Ingeniere, troppe variabili, si decide di tacersi, cosa vorrà mai da me, a, b, c, o d?

Non ci si parla perché non ci si conosce, ovvio. Ma a conoscersi troppo non ci si parla nemmeno, certi musi nelle cene! Manco fossero le ultime, certe cene con te e lei seduti al tavoletto lungo delle cucine open space dove tutto è mostrato e plastico, fa fatica a muovere la parte sana della mandibola e tira lunghi pistolotti sul vino sulla storia e poi silenzio, manco ti rivolge lo sguardo, fa come fatica ad ammetterti tanto è preso nella rete del contegno.

Non ci si parla mai insomma. E’ un recitativo che impera e detta leggi alla giungla morbida del processo.

Alla Sgravata va bene così, beninteso, sembra lo sappia. Le viene un filo da ridere quando parlano di comunicazione, ecco. Le sembra tutto un gran teatro, ma vero, eh! Un vero gran bel teatro dove le Colombine strusciano la sottana e le Serve Padrone la stirano i Pantaloni raccolgono la posta e di nascosto gli Arlecchini se la fottono. Varianti anacolute e decorativi annessi e critica sportiva accompagnano il piatto.

Ma cosa cazzo fate? Stan sempre da un’altra parte il movente e l’effetto, cosa avete deciso di quel che agite, mascherine? Ma non che sia per questioni morali, perdio! E’ per capire! E’ per esserci.

(Precipite mi fa "c’è una distanza giusta". Ieri ha passato lunghi momenti a contare le schede. Poi l’hanno convocato per il processo ad un ormai trentenne accusato di aver ucciso i genitori per futili motivi e mentre gli bruciavano il negozio per essersi rifiutato di pagare gli studi di settore lo obbligavano comunque a chiudere il suo piccolo commercio, troppe fotocopie. Non può né sperare in un trapianto di organi perché la malattia non è degenerativa né mettersi in lista per le case popolari perché gli mancano i crediti, tutte le volte che va al Comune a chiedere una carta gli ripetono che la residenza non è la dimora, nessun numero di telefono gratuito prende nota della sua segnalazione di sospensione della domiciliazione bancaria e gli aumentano il gasolio del cinquanta per cento all’anno. In poste privatizzate va via un quarto della sua vita. Il medico gli mette le ricette rosse sul termosifone. Se vuole far ricorso dal giudice di pace per la multa programmata con i costruttori di vistared deve pagarsi l’avvocato, telefonate comprese. Paga l’assicurazione auto come da cartello, un bollo-pedaggio per ogni cosa che fa. E’ il duemillesimo paziente. Qualunque cifra per l’affitto della casa dove stare, qualunque cifra per dormire in qualunque posto.

La distanza giusta l’ha dimagrito. Ha le physique du role per diventare punk.)