Alla maniera del povero B.B.

Da tre volte tempo e passa pubblicare
non ci riesce, hanno spostato le dirette le proposte
battiti battiti ma la vaghezza nera. Quel che voleva dire
era terrore, scissione e strazio ma seppellirà.

Una è stasera. Cammina nella chat come di roma
e si solleva. Non l’hai mai vista dire cosa trova
ha un sopracciglio basso se ha un crogiolo
e legge piano considerazioni persistenti

mille: una povera sa che lo spazio si rubava, forse
cercherebbe meglio in una casa sporca, che non c’è
bisogno a farla lava. Hanno predetto il pomeriggio
e, mente biforca, concluso che non abita.

Tu devi prendere due cani bravi, li accompagni
e ti fai portare fino al dentro all’ incompiuta. La Fabbrica
con i suoi centri e le sue operazioni, catenafratta e stasi.
Mentre io salgo a vedere nell’ufficio dell’isolamento se

non sapevano niente, progettavano ardere.
Fanno le  fotocopie poi ci troviamo fuori a bere bene. Ci
chiamiamo “coscienti”. Mettono i piedi sul mio, vetro,
io chiedo “ora?” e loro compilano, non rispondono “Che?”